Il Desiderio Sessuale

Il desiderio sessuale esprime il bisogno biologico di dare continuità alla specie umana e di incarnare l’amore nella coppia.

desiderio sessuale

Il desiderio sessuale esprime il bisogno biologico di dare continuità alla specie umana e di incarnare l’amore nella coppia.

E’ molto intenso, come la voglia di mangiare quando si ha fame, ma a differenza della necessità di nutrirsi, può essere procrastinato a tempo indeterminato. Fare l’amore non è semplicemente mangiare un panino. Al panino non chiediamo il permesso di mangiarlo e non siamo noi a dovergli piacere. Il piacere sessuale non è solo uno sfogo fisico e nemmeno il tentativo di riempire qualcosa di vuoto, come nel caso dello stomaco. Con il nostro compagno cerchiamo di vivere un’esperienza che ci coinvolga profondamente, ricca di emozioni e significati e presto ci rendiamo conto che si può costruire soltanto con il tempo.

A parlare di sessualità si corre però il rischio di rompere l’incanto, ma senza qualche riflessione sul sesso si perde il valore altissimo e felice della conoscenza. Un modo sensato per provare a parlarne è collocare la sessualità sulle tracce dell’evoluzione della vita che, secondo le diverse fedi, può essere intesa come l’espressione di un ineffabile disegno o come l’incredibile prodotto del caso e della selezione naturale.

Di questa evoluzione restano tracce importanti nel codice genetico della nostra specie e quindi nella struttura del nostro cervello. Di ogni tappa sono rimasti i mandati e i suggerimenti più importanti per la loro realizzazione e la selezione degli strumenti più efficaci.

Il mandato più antico impone innanzitutto di riprodursi e poi, se possibile, di sopravvivere. I principali suggerimenti sono relativi all’accoppiamento, alla costruzione di un nido, alla cova, alla predazione del cibo e ai sistemi di attacco e difesa. In quella fase della storia della vita non era ancora comparsa la coscienza, ma la sessualità era già presente nella sua dimensione riproduttiva, la più remota ed efficace.

Tutto ciò, visto che era cosa buona, è stato conservato anche per noi, anche se l’idea di usare il sesso per fare un bambino è quasi sempre l’ultima ad essere considerata. Nell’evoluzione è successo qualcosa che ha permesso di trasformare la necessità di riprodursi in desiderio di maternità e paternità, in progetto di vita. Certo, qualche volta vince una parte di noi che funziona più o meno come il sistema nervoso di un serpente e davvero non sente ragioni , non ha giudizio, non ha governo.

piacere sessuale

Fare l’amore

(la dimensione semantica della sessualità)

Avere tra le mani un corpo desiderato, toccarlo e trarne piacere è quasi sempre molto eccitante. Ma toccare una persona è molto più che godere di un oggetto. Cercare l’altro nei baci della sua bocca, andare da lui dove ci invita, ascoltare l’antico richiamo di chi ci attende per essere riconosciuto, desiderato, preso, ci conduce al codice ineffabile delle carezze. Con le mani possiamo dire l’indicibile, narrare l’inenarrabile, raggiungere l’inaccessibile. Possiamo dirci emozioni, affetti, sentimenti, possiamo scambiarci l’intimo dei pensieri dove sono il senso e il significato. Possiamo valicare i confini del parlare d’amore per rendere l’amore un fatto. Quando facciamo l’amore, la sessualità realizza un nuovo mandato che ci chiede di cercare dei significati per la nostra vita e di condividerli con qualcuno. Se per riprodurci o per fare sesso è sufficiente una coscienza di sé e del mondo parziale, per fare l’amore è necessaria una coscienza estesa e ben organizzata.

Avere una storia

(la dimensione narrativa della sessualità)

Chi ha potuto abitare l’intimità del suo amore non sopporta l’idea che un’esperienza così straordinaria sia confinata nel qui e ora di una sola volta. Vuole un tempo per il racconto e un tempo per il possibile, un passato da ricordare e un senso per il futuro. Vuole una storia. Insieme al senso del tempo, alla voglia di raccontare, alla coscienza, ci è stato dato il linguaggio delle parole, segni strepitosi che ci permettono di conoscere e far sapere anche ciò che non tocca i nostri sensi. Tuttavia questa disposizione naturale a raccontare, a ricostruire la realtà e a estendere la coscienza oltre confini altrimenti irraggiungibili, non si realizza solo con le parole. Fare l’amore è molto più convincente che dire l’amore. I taciti racconti delle nostre mani quando ci toccano, ci incontrano , ci conoscono, diventano la storia d’amore che ci travolge.

Fare un bambino

(la dimensione procreativa della sessualità)

Un racconto condiviso permette di trasformare il nostro IO in un NOI che ci rende persone a tutti gli effetti. A un certo punto di certe storie può venir voglia di creare un nuovo personaggio. Non una delle solite comparse, un vero e proprio protagonista che condivida con noi l’appartenenza a una stessa trama e possa partecipare attivamente alla scrittura dei suoi sviluppi. La sessualità trasforma una storia d’amore in un atto creativo. A differenza di quando si scrive un romanzo, al nuovo personaggio diamo un corpo prendendolo dal nostro e insieme con noi lo portiamo nel tempo. Certo, non sappiamo creare la vita da soli ma possiamo collaborare con la Vita perchè ciò avvenga. Ci poniamo liberamente come un’occasione affinchè un bambino venga al mondo, ci cambierà la vita e sarà sorgente di nuovi significati. Un giorno ci lascerà per individuarsi meglio, per iniziare nuove storie, ma mai lascerà la nostra storia condivisa. Cosi si diventa genitori, così si diventa figli, nella storia e nella memoria.

BIBLIOGRAFIA:

“C’era una volta la prima volta” di F.Veglia e R. Pellegrini

“Psicologia sulla sessualità” di M. Panzeri

“L’immaginario” di G.Fossi e P.Mascari

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Ciao a tutte, sono Valentina Menotti, psicologa clinica, iscritta all’Ordine degli Psicologi della Toscana (n.7480), ho frequentato la scuola di specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale presso il C.S.A.P.R di Prato. Attualmente svolgo l’attività di libera professionista presso gli Studi Psychè , in via Fabbroni 11, a Prato.
Mi occupo di interventi individuali, di coppia, familiari, dello sport e mental training.
Nel 2017 ho coordinato i progetti” Sostegno alla famiglia” e “ Gioco d’azzardo patologico”, presso il Cento Giovani del comune di Montemurlo. Oltre alla libera professione, dal 2010, lavoro per la Cooperativa sociale Fuorischema, al fianco dei bambini e dei ragazzi con disabilità cognitiva, nei vari istituti scolastici. Spero di esservi utile nel chiarire i vostri dubbi riguardo la sessualità e la psicologia.
Per ulteriori informazioni, potete dare un’occhiata al sito www.valentinamenotti.it.